A cura di Francisco Casanueva, membro della Direzione Spirituale Internazionale della Rosacroce d’Oro. La Paz – Bolivia, Dicembre 2017
Cari amici, alla fine della prima parte di questo argomento che stiamo trattando insieme, ci siamo lasciati con le seguenti domande: C’è dunque un atto permesso e un atto che non è permesso? C’è un atto che crea karma e un agire che è senza conseguenze? Cosa è permesso nella vita e cosa non lo è? Lo scrittore Stephan Zweig tenta un approccio della soluzione del problema “Fare o non fare” in un breve racconto che intitolò
Amici, siamo arrivati alla conclusione della seconda parte che la domanda a proposito del destino non può formularsi così: “Agire o non agire? Attivo o non attivo?”, ma soltanto come segue: “Qual è il fine della nostra vita? Siamo noi stessi (l’io) il fine, o è il ritorno al fiume della creazione divina?”. Dopo quanto analizzato nei capitoli precedenti diventa allora chiaro che il non fare al quale allude Lao Tsè significa il non fare
L’allievo riesce a provare qualcosa di un’altra realtà di vita solo allorquando comincia a comprendere un po’ le leggi che reggono la trama della sua vita attuale. Questa possibilità non si basa allora su un sublime pensiero suggeritogli dalla Scuola Spirituale, ma è la vita stessa a insegnarglielo. Quando la personalità-ego non ragiona più, ma si pone nella vita stessa, si lascia vivere dalla vita, allora comincia a sapere. La sua coscienza nella materia si
Per continuare nelle nostre riflessioni si rende necessario comprendere cosa vuol dire essere mite. Per spiegare la parola ‘mite’ senza celebrare questa virtù, come invece fanno cantici e inni, ricordiamo i seguenti punti essenziali. Essere mite è possedere la forza dell’equilibrio interiore; l’equilibrio interiore nasce quando siamo coscienti dell’essenza della vita e della nostra relazione con l’universo. Essere mite è fare la continua esperienza della non-dualità. Essere mite è essere perfettamente non-combattivi; e la non-combattività
Cosa riempie la vita del mite? Da dove questi trova il suo coraggio? Da dove attinge la forza ‘sovrumana’ d’amare anche i suoi nemici? Ecco una domanda importante, poiché il mite capace di tanto possiede la chiave della pace. E, quando si possiede la chiave con la quale annientare la violenza, tutti i nostri problemi sono risolti. Non v’è infatti niente che noi desideriamo quanto la scomparsa della violenza, la risoluzione della lotta per la